
Sono lieto di presentare Lorenzo Frignani di Modena, Italia.
Q1. Raccontaci qualcosa sulla tua liuteria e la sua storia?
La mia storia inizia nel 1976 con la scoperta di un laboratorio di liuteria a Modena, dove ancora vivo. Professionalmente ho iniziato circa 6 anni dopo. Nel 1986 ho ricevuto il mio primo premio in un concorso nazionale e da quel momento ne ho vinti molti altri.
La mia passione nasce come chitarrista, ha studiato chitarra classica per cinque anni e per molti anni ho realizzato diversi progetti di costruzione di mia personale concezione.
Inoltre ho iniziato subito a raccogliere chitarre storiche e oggi ho a disposizione una delle più belle collezioni internazionali di chitarre italiane del 1800, che continuo a restaurare e studiare.
Ho cominciato a studiare le chitarre storiche dei liutai spagnoli solo tardivamente, circa quindici anni fa.
Mi sono subito appassionato al lavoro di Torres, Manuel Ramirez, Vicente Arias e Enrique Garcia.
Negli ultimi venti anni ho avuto molte opportunità di vedere e studiare queste chitarre originali di questi autori. Alcuni sono anche presenti nella mia collezione personale.
Due anni fa una selezione di queste chitarre è stata esposta per 6 mesi al Museo di Mittenwald in Germania.
Ho anche restaurato molte di queste chitarre e questo mi ha fatto capire molti dettagli del pensiero e del concetto del suono di questi costruttori e del loro tempo. La tradizione porta in sé molte cose fondamentali che non possiamo trascurare nel processo di costruzione contemporanea, anche se le mode, a volte, portano a distorsioni profonde dei contenuti . La tradizione, se non fosse corretta, non potrebbe nemmeno chiamarsi "tradizione".
La tradizione è molto importante.
Q2. Descrivi la tua idea di una chitarra dal buon suono, e ciò che si fa per raggiungerlo?
La chitarra che suona bene è uno strumento che tocca il cuore, che ci da emozione, che ci fa godere del momento catartico della musica, quella che ci fa venire la voglia di sentirne ancora.
Ma la chitarra che suona bene è una cosa diversa dalla chitarra che può servire per suonare.
L'esigenza del chitarrista moderno è di una chitarra solida e potente che possa risolvere nel chitarrista la paura di non essere sentito sufficientemente bene.
Negli ultimi anni questo ha condizionato molto anche la tecnica, sempre più virtuosa e veloce. Questo ha portato a situazioni e risultati a volte paradossali.
Ci sono musicisti che conosco che suonano certe chitarre nei concerti ma altre chitarre completamente differenti a casa per studiare e perfezionarsi nel gusto e nella raffinatezza esecutiva.
Quindi ciò che vediamo sul palco non è necessariamente la regola per definire "questo è lo strumento migliore ..."
Q3. Raccontaci la tua idea di migliorare la suonabilità, e ciò che si fa per raggiungerlo?
Una chitarra che è facile da suonare deve avere la giusta azione e trovare un equilibrio tra maggior comfort e pulizia di suono senza ronzio. Anche la dimensione del manico è importante così come la scala della lunghezza corda.
Oggi è diventato comune il 65 ma spesso costruisco con lunghezze ridotte come 64 che sono molto agevoli e la resa sonora degli strumenti rimane assolutamente ottima.
Per misure più piccole è necessario adattare un nuovo modello e la sua progettualità.
Inoltre troppo spesso si trascura l'importanza della corda. E' un elemento di grande importanza per l'aspetto qualitativo del suono e della qualità esecutiva.
C'è ancora chi costruisce le chitarre e alla fine si chiede che corde deve usare...come si può costruire un'automobile senza sapere prima con cosa sarà alimentata....!?
Poi la chitarra è un bellissimo oggetto da abbracciare e ha bisogno di una fisionomia che la renda piacevole al tatto e all'olfatto, morbida nelle forme, elegante nelle finiture estetiche, insomma un piacere per i sensi e per l'ispirazione creativa.
Q4. Parlaci della tua opinione sul metodo tradizionale di finitura (lucido francese) e nuovi metodi (lacca, finitura catalizzata, ecc).
Come ho già detto in precedenza per me la chitarra deve essere un "oggetto" piacevole da toccare. Io ho da sempre usato una verniciatura manuale con base di gommalacca secondo il metodo detto french polishing.
Lei è una vernice più delicata rispetto alle moderne vernici ma molto più elastica e calda e di facile manutenzione. Si consuma col tempo ma questo per me non deve essere un problema. Comunque fa i conti con l'educazione che un chitarrista ha del proprio strumento.
C'è ancora gente che compra una chitarra, magari molto costosa e si dimentica che, usandola tutti i giorni, quest'ultima ha bisogno di manutenzione periodica. Niente è eterno. Periodicamente portiamo in officina auto e moto
ma la chitarra?...raramente! Perchè?...magari abbiamo speso più dell'auto e della moto...
Il liutaio non è un diavolo cattivo.
Comunque sempre più costruttori utilizzano vernici sintetiche, spesso più veloci e più affidabili per la durata della brillantezza e più resistenti negli spostamenti internazionali.
Meno problemi per tutti, posso capire...ma certamente meno artistico.
Q5.Ci dia la sua opinione per quanto riguarda le chitarre a diapason ridotto, come ad esempio 640, 628 e 615 millimetri in termini di suonabilità, il design, la qualità del suono e il volume. Vi è una crescente necessità per soddisfare i musicisti con piccole mani o femmina?
Le scale ridotte sono sempre più attuali. Molti musicisti e molti liutai hanno capito che una chitarra può suonare egualmente bene anche con scale ridotte.
Direi che questa idea è ben sostenuta dalla resa acustica di molte chitarre antiche.
Ho già sperimentato che nelle sale acustiche quello che fa la differenza non è l'emissione potente della nota fondamentale ma l'effetto di "proiezione" del suono.
E questo si genera dalla quantità e qualità armonica delle note musicali.
Quindi noi liutai dobbiamo fare approfondimenti ed esperienza sul progetto d'insieme degli elementi della chitarra al fine di ottenere un risultato che non dipenda solo da elementi high-tech.
Ci sono esempi di chitarre del 1800 che suonano magnificamente nelle giuste mani.
E qui ci ricolleghiamo all'importanza delle corde e del tocco del chitarrista, con unghia, senza unghia...il risultato del suono è qualcosa di complesso e il risultato di un quadro d'espressione ancora di più.
Q6. Molti lettori dicono che finiscono per essere molto confuso dopo aver provato tante chitarre. Ci può dare qualche consiglio su come esaminare le chitarre, la loro qualità e suonabilità, in un negozio o da un liutaio, dal punto di vista del costruttore?
La confusione si genera spesso quando non sai quello che vuoi, quello che stai cercando. Comunque, la prima cosa da valutare con attenzione è la comodità, una buona tastiera renderà sempre la vita facile al chitarrista.
Poi la chitarra deve avere un buon equilibrio, che è la cosa più difficile da ottenere.
Infine la questione riguardante la proiezione del suono e la qualità armonica per l'espressione e quindi dell'interpretazione.
Il chitarrista è comunque sempre un interprete e la chitarra è il suo "strumento".
Se lui sa cosa e come vuole interpretare , quello che gli serve sarà evidente.
Q7. Offrite servizio ai clienti 'post-vendita' - in particolare per i clienti che sono nervosi nel fare un investimento rilevante?
Assolutamente si! Per me è molto importante seguire il cliente e offrire tutte le garanzie di qualità delle mie chitarre.
Sono le mie chitarre!
Mi sono sempre occupato di personalizzare le regolazioni, il restauro ed in molti casi mi sono anche occupato della rivendita delle mie chitarre.
E se la chitarra è lontana, ho sempre offerto la mia collaborazione a chi doveva fare interventi sui miei strumenti.
Ho piacere che alla base del rapporto col cliente ci sia soprattutto un buon rapporto di fiducia e onestà reciproca. In questo modo la reciproca soddisfazione è sempre garantita.
Q8. Come funziona con la crescente rarità di certi legni, palissandro per esempio, che impatto c'è sul suo lavoro e la qualità finale dei suoi prodotti?
Nella costruzione delle chitarre il palissandro è un legno che noi liutai conosciamo molto bene e che ci da molte garanzie.
Io ho sempre usato anche l'acero, che trovo un legno magnifico, con risultati sempre ottimi. Non è casuale che sia sempre stato utilizzato per gli strumenti ad arco...
Oggi c'è una vasta offerta di alternative che tanti colleghi stanno sperimentando. Insieme ad una equipe internazionale, nell'ambito di un progetto detto "Leonardo project", stiamo anche sperimentando la costruzione di chitarre con legno non-tropicale. E' una sperimentazione seria e su un ampio numero di chitarre. I lavori si concluderanno fra circa tre anni e i risultati saranno presentati proprio qui a Modena dove lavoro e sono molto curioso circa le conclusioni.
Ritengo che un costruttore con una buona esperienza possa ottenere sempre risultati notevoli indipendentemente dai materiali.
Q9. Come vede il futuro di questa bella tradizione nel 21 ° secolo?
La chitarra da qualche tempo sta definendo due distinte caratteristiche: una è la chitarra che si evolve nella direzione del volume del suono. L'altra che cerca di ottimizzare le componenti di versatilità interpretativa, i suoi contenuti di espressione e sfumature che considero più in linea con gli esempi di tradizione.
La prima sta presentando strumenti hi-tech che ormai mantengono solo la forma esteriore della chitarra ma dove all'interno si elaborano progetti con materiali nuovi e non legnosi. Chitarre da formula uno!
I risultati sono interessanti soprattutto per il raggiungimento di una maggior potenza ma vanno ancora perfezionati i livelli di range espressivo.
La seconda è un tipo di chitarra di derivazione e progettualità tradizionale ( mi riferisco agli autori più importanti del periodo spagnolo da Torres fino agli anni della prima guerra mondiale ) che è il tipo di chitarra che io preferisco per il mio carattere.
Una chitarra più intima, leggera, che trovo più congeniale alla natura espressiva di questo magnifico strumento.
Da qui ho sviluppato anni fa la costruzione di replica di chitarre originali particolarmente significative, per esempio Manuel Ramirez e Enrique Garcia e attualmente sto lavorando ad un modello Julian Gomez Ramirez, liutai che ritengo molto interessanti della tradizione.
Ma, poiché la miglior chitarra non è nulla senza un buono e sensibile esecutore, credo sia importante tenere in osservazione come le nuove generazioni intendono esprimersi con la musica.